Un organismo che funzioni bene, che si disintossichi bene, che elimini bene le tossine, che sia un “sistema di flusso aperto” (cioè in grado di prendere, elaborare e cedere), vive in stato di lieve alcalinità.
Parliamo di pH alcalino della matrice extracellulare, dove per “extracellulare” intendiamo l’insieme degli spazi che stanno tra cellula e cellula, pieni di vasi, cellule, fibrille, terminazioni nervose e soprattutto acqua.
Questa acqua che sta tra le cellule, detta appunto “acqua intercellulare”, è la principale responsabile della connessione, del dialogo, fra cellula e cellula e fra cellula ed ambiente extracellulare; essa deve soddisfare un requisito chimico-fisico imprescindibile: deve essere lievemente alcalina. Un tale stato si accompagna ad un senso di pulizia interiore, di pieno benessere, di vita armoniosa ed appagante.
Qualunque organo è sensibile all’acidosi della matrice extracellulare, in particolare i sistemi drenanti deputati alla “pulizia” dell’organismo, venendone da essa danneggiati; l’alcalinizzazione porta beneficio ad ogni organo e sistema.
Un organismo in cui l’eccessiva introduzione di acidi, o la loro lenta ed insufficiente metabolizzazione ed eliminazione ne determini un accumulo, si sposta verso l’ iper acidità che, se protratta nel tempo, genera infiammazione cronica, degenerazione, invecchiamento precoce.
Gli acidi irritano, intossicano, infiammano, indeboliscono la vitalità degli organi ed in generale compromettono il buon funzionamento di tutto l’organismo in quanto ostacolano sia la respirazione delle cellule sia gli scambi fra cellule ed ambiente extracellulare.
Un organismo che non abbia cellule ben funzionanti ed un ambiente extracellulare sano, perde vitalità, vive mostrando i segni di una continua infiammazione, aumenta progressivamente le proprie richieste di ossigeno, vitamine, oligoelementi, enzimi, acqua, richieste che, se non soddisfatte, produrranno effetti sempre più gravi; in pratica si ammala continuamente ed invecchia precocemente.
Disinfiammare e depurare sono le parole d’ordine di questo periodo dell’anno, dopo l’accumulo invernale di tossine.
La presenza di acidi nei tessuti extracellulari, abbassa il pH; il pH basso impedisce agli enzimi di catalizzare (attivare ed accelerare) le reazioni di trasporto trans-membrana (funzione di trasporto o carrier), cioè il passaggio di ossigeno e nutrienti dallo spazio extracellulare alla cellula e, al contrario, l’espulsione di tossine dalla cellula all’ambiente extracellulare,
Per attivare i processi drenanti e di depurazione occorre che il pH della MEC (matrice extracellulare, ambiente in cui tutte le cellule del nostro corpo sono immerse) sia lievemente alcalino.
Cosa provoca l’acidosi, principale ostacolo per una sana depurazione
Ci sono cause di acidosi endogene ( interne all’organismo) ed esogene (esterne all’organismo).
Alcune cause endogene di acidosi sono:
- scarsa o eccessiva attività fisica
- formazione di ingenti quantità di acidi a causa della fermentazione intestinale
- Scarsa eliminazione degli acidi da insufficienza renale
- Ansia e depressione, tristezza, rabbia, paura
- Elevato livello di stress
- Alterazioni ormonali
Alcune cause esogene di acidosi sono :
- scarsa assunzione di vitamine ed oligoelementi
- Scarsa assunzione di sostanze alcalinizzanti con l’alimentazione
- Alimentazione iperproteica
- Scarso apporto di acqua
- Uso di farmaci
Evoluzione dell’acidosi
Partendo da una condizione di equilibrio, dall’assenza di malattia, in presenza di una progressiva acidificazione, si passano tre fasi evolutive:
- fase di escrezione-infiammazione. È dovuta ad una iniziale acidificazione della matrice extracellulare. L’acidificazione è al tempo stesso causa di infiammazione e conseguenza: ciò che nasce per eliminare le sostanze acide percepite come non-self, estranee all’organismo e quindi da eliminare, alla fine aumenta il livello di acidificazione del tessuto, soprattutto quando la stasi circolatoria prende il sopravvento. Si innesca un circolo vizioso “acidosi-infiammazione-acidosi”.
- fase di deposito-impregnazione. Aggravandosi l’acidificazione, le tossine si accumulano nello spazio intercellulare, generando una reazione infiammatoria cronica di tipo iperplastico, proliferativo. La cronica diminuzione della disponibilità di ossigeno legata alla stasi del letto vascolare terminale, si aggrava ulteriormente. C’è un blocco di “flusso”, di scambio (di ossigeno, di vitamine, di minerali, di segnali bioelettrici) fra cellula ed ambiente extracellulare e fra ambiente extracellulare e vasi di deflusso. L’accumulo di rifiuti tossici, quando si scompensa, come accade in questa fase, determina il ristagno di varie sostanze: di lipidi, di ferro, di sostanza amiloide.
- fase di degenerazione. Perdurando la fase di deposito-impregnazione, si va verso una fase di degenerazione, dove le cellule non sono più in grado di svolgere le loro funzioni. Possiamo facilmente capire quindi quanto sia fondamentale per la salute del nostro organismo mantenere certi sistemi in efficienza e liberi da “inquinanti” nocivi per la corretta fisiologia.
Vediamo ora quali sono alcuni dei sintomi che fanno sospettare una acidosi diffusa o sistemica:
- astenia…. sentirsi come svuotati di energia
- Eccitazione psichica o un certo rallentamento
- Irritabilità, iperemotività, volubilità dell’umore, lieve anedonia (perdita di piacere nel fare le cose che prima risultavano piacevoli)
- Sensazione di affaticamento che attraversa la giornata, senza oscillazioni in positivo
- Senso di affanno, di pesantezza toracica
- Difficoltà digestive
- Diminuite difese immunitarie
- Tendenza all’osteoporosi
- Disturbi del sonno
- Dolori diffusi
Come posso alcalinizzarmi per poter riattivare i processi depurativi?
La cosa più utile da fare per alcalinizzarsi è acquisire uno stile di vita alcalinizzante, che veda comportamenti e atteggiamenti mentali idonei.
Ci sono quattro strategie per ripristinare la lieve alcalinità in un terreno biologico acidificato e quindi attivare i processi drenanti e purificanti nell’intero organismo:
- ridurre l’apporto alimentare di cibi acidificanti, aumentando quella dei cibi alcalinizzanti e bevendo acqua a sufficienza
- Ridurre l’introduzione di zuccheri
- Aumentare l’eliminazione degli acidi con trattamenti drenanti, stimolanti gli organi emuntoriali e con una giusta e costante attività fisica
- Modificare l’atteggiamento psicoemozionale e coltivare il rilassamento psicofisico
- Ripristinare una efficiente riserva alcalina assumendo citrati e/o carbonati alcalinizzanti ed integratori in grado di fornire oligoelementi, sali minerali, vitamine.
L’attenzione alla necessità di alcalinizzarsi, e quindi attuare una depurazione profonda, andrebbe posta sin dall’età giovanile, in quanto, pur essendo l’acidificazione della MEC un processo che si aggrava con il passare degli anni, non risparmia i giovani, soprattutto oggi che le abitudini alimentari (con l’assunzione prevalente di cibi acidificanti) e lo stile di vita (caratterizzato da agitazione psichica, mancanza di un giusto riposo, uso di alcol, stimolanti, farmaci e droghe, sedentarietà) spingono potentemente nella direzione dell’acidificazione.
Abbiamo tra le mani un grande potere per nutrire il nostro benessere, frutto di scelte consapevoli.
Tratto dal libro “Vivere Alcalini Vivere Felici” di Andrea Grieco