Ospitiamo nel nostro blog un contributo del Dott. Fabrizio Cerusico, medico specializzato in Ginecologia e Ostetricia e Professore a contratto presso l’Università La Sapienza di Roma.
Il Dott. Cerusico è uno dei maggiori esperti a livello europeo nel trattamento e nella cura dei problemi di infertilità e della fecondazione assistita, ed è ideatore del metodo DoctorC Fertility, un nuovo approccio per la fertilità, che abbraccia tutti gli aspetti dell’esistenza: elementi biogenetici, alimentazione, inquinanti ambientali, psiche e spiritualità in un percorso alla ricerca del benessere assoluto.
Gli specialisti parlano di infertilità quando una coppia non riesce a concepire un bambino dopo un anno di rapporti non protetti. Questo perché in genere, nonostante qualche difficoltà iniziale, la maggioranza delle coppie riesce a raggiungere l’obiettivo nell’arco dei 12 mesi. Nelle persone over 35 si preferisce attendere meno (entro 6 mesi) per evitare altre problematiche legate all’età.
Se ciò non avviene è tempo di indagare più attentamente le cause dell’infertilità che possono dipendere da entrambi i partner. L’infertilità riguarda circa il 15% delle coppie, per numerose cause e di diversa natura, una percentuale purtroppo in tendente aumento. Solitamente sono distribuite in fattori al 50% maschili e al 50% femminili.
Ci sono molte problematiche possibili, per lo studio delle quali è indispensabile un consulto con uno specialista.
È comunque un fatto ormai assodato che l’alimentazione sia un fattore determinante nella lotta all’infertilità e che una dieta sana e bilanciata sia il primo passo sulla strada per diventare genitori[1].
Esistono infatti sostanze che aiutano a dare una spinta alla fertilità sia femminile che maschile e che sono contenute in misura maggiore in alcuni alimenti.
Tra queste vi è il Coenzima Q10.
Il Coenzima Q10, o vitamina Q, è una molecola liposolubile essenziale per nostra salute che si trova più abbondantemente in cuore, fegato e reni, ma in realtà è onnipresente nei tessuti umani. Il suo nome scientifico (ubiquinone o ubichinone) deriva, non a caso, dal latino ubi (ovunque).
Il Coenzima Q10 è direttamente coinvolto nella produzione di energia a livello dei mitocondri, organelli cellulari che potremmo definire le centraline energetiche della cellula: il 95 % dell’energia del corpo umano è prodotto da questa molecola sotto forma di ATP (Adenosine TriPhosphate), a partire dagli alimenti ingeriti.
I migliori alimenti che aumentano la produzione di questa sostanza sono:
- varietà di pesce ricche di acidi grassi Omega 3, come il salmone, lo sgombro e le sardine
- broccoli e spinaci freschi (se le verdure sono in scatola o surgelate, questo coenzima scompare)
- uova (preferibilmente biologiche, o comunque non da allevamenti intensivi)
- tofu
- noci, nocciole, pistacchi
- carne rossa (preferibilmente grass fed, da assumere con moderazione)
- fragole
Può risultare opportuno ricorrere all’assunzione di integratori alimentari di Coenzima Q10 sia se le scelte alimentari quotidiane non prevedono con una certa regolarità gli alimenti sopra indicati, sia perché con l’invecchiamento gli esseri umani iniziano a perdere la capacità di sintetizzare il Coenzima Q10 dal cibo[2].
Il Coenzima Q10 svolge un’importante azione antiossidante, efficace nel controllare la perossidazione dei lipidi di membrana e delle aterogene particelle di colesterolo LDL, in virtù del quale è indicato nella prevenzione delle cardiopatie, dell’ipertensione, delle patologie neurodegenerative, dell’invecchiamento cellulare, e nel favorire la fertilità sia maschile che femminile.
Abbiamo ricordato infatti che il Coenzima Q10 agisce come cofattore per supportare i mitocondri nel processo di produzione di energia per il nostro organismo.
L’uovo umano contiene più mitocondri di qualsiasi altra cellula del corpo e per un rapido sviluppo dell’ovocita (uovo) e dell’embrione è indispensabile una produzione di energia ottimale
Con l’avanzare dell’età, il danno ossidativo nelle cellule si accumula, portando ad un aumento delle specie reattive dell’ossigeno negli ovociti.
Alcuni studi hanno correlato il declino della fertilità alla diminuzione di capacità di produzione di Coenzima Q10 con l’avanzare dell’età. È stato riscontrato in uno studio[3] che l’integrazione orale con 200 mg determina un aumento significativo del livello di Coenzima Q10 nel fluido follicolare di donne di età superiore a 35 anni sottoposte a fecondazione in vitro. Questo è associato a uno sviluppo ottimale dell’embrione e a tassi di gravidanza più elevati.
Le donne possono soffrire di risposta ovarica inadeguata a qualsiasi età. Uno studio[4] ha rilevato che il Coenzima Q10 migliora la risposta ovarica alla stimolazione e ai parametri embriologici nelle giovani donne con scarsa riserva ovarica nei cicli IVF-ICS.
Gli effetti antiossidanti del Coenzima Q10 potrebbero anche essere utili per le donne affette da sindrome dell’ovaio policistico (PCOS), una delle cause più comuni di sterilità, caratterizzata dall’ingrossamento delle ovaie, dalla presenza di cisti ovariche multiple e da alterazioni endocrinologiche e metaboliche, e che secondo uno studio[5] potrebbe essere causata da disordini ormonali, insulino-resistenza, disfunzioni del tessuto adiposo e da stress ossidativo, definito come uno squilibrio derivato dall’eccessiva formazione di ossidanti in presenza di limitate difese antiossidanti. Proprio per le sue virtù antiossidanti, secondo uno studio[6] della Kashan University, l’integrazione di Coenzima Q10 nei soggetti con PCOS ha effetti benefici sul metabolismo del glucosio e i livelli di colesterolo LDL.
Nei maschi il ruolo dei mitocondri è fondamentale per una sana motilità degli spermatozoi, definita come una progressione di almeno 25 micrometri per secondo. Se un uomo ha una mobilità inferiore a questo valore, si dice che è affetto da astenospermia o astenozoospermia. Gli studi[7] hanno dimostrato che il Coenzima Q10 non solo è presente in alti livelli nello sperma, ma può proteggere gli spermatozoi dal danno ossidativo, migliorare il numero di spermatozoi e può anche svolgere un ruolo nella produzione di energia spermatica. Lo stress ossidativo è ritenuto[8] una delle principali cause di danno al DNA negli spermatozoi. Secondo uno studio[9] pubblicato su The Journal of Urology, il Coenzima Q10 può quindi svolgere un ruolo determinante nella fertilità maschile, migliorando significativamente la densità dello sperma e la motilità degli spermatozoi.
Il Coenzima Q10 sfrutta la sua liposolubilità per trasportare elettroni nella membrana interna dei mitocondri, pertanto nel caso di specifica integrazione alimentare viene assorbito in maniera più efficace se assunto durante i pasti. Per il corretto dosaggio di integratore a base di Coenzima Q10 è sempre indicato consultarsi con il proprio medico curante o lo specialista.
Dott. Fabrizio Cerusico
Per ogni informazione il Dott. Fabrizio Cerusico è contattabile all’indirizzo mail [email protected] o compilando il form presente sul suo sito a questo link https://fabriziocerusico.eu/contatti/
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[3] Akarsu S, Gode F, Isik AZ, Dikmen ZG, Tekindal MA. The association between coenzyme Q10 concentrations in follicular fluid with embryo morphokinetics and pregnancy rate in assisted reproductive techniques. J Assist Reprod Genet. 2017 May;34(5):599-605.
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[5] Papalou O, Victor VM, Diamanti-Kandarakis E. Oxidative Stress in Polycystic Ovary Syndrome. Curr Pharm Des. 2016;22(18):2709-22
[6] Samimi M, Zarezade Mehrizi M, Foroozanfard F, Akbari H, Jamilian M, Ahmadi S, et al. The effects of coenzyme Q10 supplementation on glucose metabolism and lipid profiles in women with polycystic ovary syndrome: a randomized, double-blind, placebo-controlled trial. Clin Endocrinol (Oxf) [Internet]. 2017 Apr 1 [cited 2020 Aug 7];86(4):560–6
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[8] Wright C, Milne S, Leeson H. Sperm DNA damage caused by oxidative stress: modifiable clinical, lifestyle and nutritional factors in male infertility. Reprod Biomed Online. 2014 Jun;28(6):684-703.
[9] Safarinejad MR, Safarinejad S, Shafiei N, Safarinejad S. Effects of the reduced form of coenzyme Q10 (ubiquinol) on semen parameters in men with idiopathic infertility: a double-blind, placebo controlled, randomized study. J Urol. 2012 Aug;188(2):526-31